Domenica 9 giugno 2013.
Val Taleggio.
Ore 9, Val Taleggio località Quindicina.
Un sole splendido ci accompagna. Parcheggiamo la macchina alla fine della strada sterrata in un ampio spiazzo con indicazione Rifugio Gherardi. Sulla sinistra inizia la jeppabile ma l'accesso è consentito solo a chi ha il permesso, infatti una sbarra blocca l'accesso alle auto.
Risaliamo velocemente e senza difficoltà la strada, per niente ripida, poco dopo raggiungiamo un bivio, la strada carrozzabile prosegue sulla sinistra mentre il sentiero 153 si snoda sulla destra. Involontariamente, conviniti di andare al Rifugio Gherardi ci incamminiamo verso destra (NB: per il rifugio si prosegue a sinistra!). Poco dopo ci accorgiamo che evidentemente non è il sentiero per il rifugio, ma osservando la cartina Kompass 105 ritroviamo la nostra posizione e decidiamo per un giro alternativo non del tutto consapevoli dei tempi (cosa da non fare). Dopo poco più di un'ora raggiungiamo il Passo Baciamorti, poco prima avevamo incontrato la Baita Pratolungo. Dal passo godiamo di una splendida vista delle vette circostanti. Dal Passo ci si dirige a sinistra verso il monte Aralalba, qui ci sono due possibilità : il sentiero in cresta al monte oppure quello più basso che taglia la montagna circa a metà. Il sentiero in cresta è il 101, raggiunge la vetta e poi ridiscende verso la Bocchetta Regadur. Purtroppo io decido di prendere il sentiero più a valle sperando che fosse meno difficoltoso ma non fu così! A causa delle recenti nevicate il sentiero risulta coperto da circa 50 cm di neve, soprattutto non battuto da nessuno prima di noi ci crea non poche difficoltà nel procedere, anche Byron ha qualche esitazione con la neve che arriva circa alle orecchie! Fatica.. tanta, neve alta, sentiero quasi invisibile con la neve, passaggi difficili, BOCCIATO! (NB: con la neve è consigliato il sentiero in cresta perchè più visibile e meno faticoso se già tracciato da qualcuno; in estate i sentieri si equivalgono, forse il sentiero in cresta risulta più lungo ma di certo panoramico.) Dopo ancora un'ora di sofferenza risaliamo in verticale una ''collinetta'' libera dalla neve e per fortuna raggiungiamo una bellissima baita con una grande vasca per abbeverare le mucche al pascolo. Qui lo spazio si allarga e proseguiamo dritto davanti a noi verso la Bocchetta Regadur. Poco dopo scendiamo da un passaggio stretto e ripido ma breve, dunque raggiungiamo la baita del Regadur. La baita è molto particolare, piccola e bassa, di un colore scuro che spicca tra il bianco della neve. Dopo una breve sosta per ammirare il paesaggio discendiamo dalla baita per raggiungere il rifugio Gherardi, il sentiero è piuttosto stretto ma facilmente percorribile con un pò di attenzione. Prima di arrivare al Gherardi passiamo davanti al rifugio privato Cesare Battisti dal caratteristico colore rosa, oltrepassiamo un laghetto, finalmente verso le 13 arriviamo a destinazione. Lasciato Byron fuori dal rifugio Gherardi a lagnarsi possiamo gustarci un meritato pranzo, ottimo come sempre! Dopo pranzo ci godiamo un pò di sole all'esterno e facciamo due chiacchiere con qualche altro escursionista. Verso le 15 ci incamminiamo lungo la jeppabile ripercorrendo parte della strada che avevamo percorso la mattina e torniamo alla macchina .
In conclusione, un ottimo percorso su un totale di 16 km, percorso in circa 6 ore, dislivello modesto e sentiero molto soleggiato, forse sconsigliabile nelle giornate molto calde se non alla mattina presto. Il verso in cui percorrere il sentiero è sicuramente quello che abbiamo percorso noi poichè si percorre la maggioranza del percorso prima di arrivare al rifugio Gherardi, quindi lì ci si può fermare per pranzare in tutta calma essendo circa a 45 minuti dalla macchina.
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passo Baciamorti |
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A questo cartello se si prosegue dritto ci si dirige alla cresta, se si prosegue a sinistra si imbocca il sentiero basso. |
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Il nostro sentiero fino alla baita e oltre. |
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La baita Regadur |
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Baita risalendo il sentiero maledetto! |
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Verso il Gherardi |
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Rifugio Battisti |
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Bagno rischioso |
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