23 luglio 2013.
Valbondione, ore 8.
Direzione Rifugio Coca.
Lasciamo la macchina nel piccolo parcheggio esattamente davanti
all'inizio del sentiero 301, attraversiamo il ponticello sopra al
torrente e iniziamo a salire il ripido sentiero che non ci darà
tregua fino alla prima tappa. Ci inerpichiamo tra erbacce, massi e
gradoni naturali fino a raggiungere il rifugio dopo circa 2 ore e 45
minuti. Il dislivello è circa 1000 metri in 1,8 km, piuttosto
pesante. Il cielo è azzurro come non avevo mai visto, un bellissimo
sole splende, non c'è una nuvola. Facciamo una breve pausa per
mangiare qualcosina e ricaricarci fino alle 11.30 quando decidiamo di
ripartire, direzione Rifugio Curò. Il rifugista del Coca ci ha
consigliato di percorrere il sentiero basso 303, poiché il sentiero
alto 323 risulta troppo lungo e pericoloso a causa della neve quasi
perenne. Tuttavia il 303 non sembra facile come dicono, l'esposizione
favorevole garantisce il sole sopra di noi, il che non è male in
montagna, ma la stagione e l'altitudine ci fanno sudare non poco e il
peso degli zaini si fa sentire con i continui strappi in salita. Il
sentiero prende quota molto velocemente, numerosi sono i passaggi
ripidi e stretti, alcuni attrezzati con catene fisse lungo la parete.
Il paesaggio intorno a noi toglie il fiato. Fortunatamente molti sono
i torrenti che scorrono sul percorso, alcuni generati dalla neve in
disgelo, questi piccoli corsi d'acqua ci hanno dissetato molte vole
lungo il percorso. Nessuno ci accompagna, percorriamo l'intero
sentiero da soli, incontriamo solo alla fine altri due escursionisti
che si incamminano in senso opposto. Purtroppo non riusciamo a
scorgere nemmeno un camoscio. Superiamo il passo del Corno, dopo un
passaggio particolarmente impegnativo, da lì possiamo intravedere il
meraviglioso lago artificiale del Barbellino, dietro di esso il
rifugio Curò e l'imponente diga che contiene quella gigantesca massa
d'acqua azzurra. Un numerosissimo gregge di pecore colora di bianco
il verde prato sottostante la diga. Risaliamo l'ultimo tratto fino
alla sponda dell'Arsena a 2300m, da lì il sentiero inizia
finalmente a scendere. Scendiamo seguendo dei piccoli tornanti fino a
quando ci troviamo quasi sotto la diga, lì un altro torrente scorre
tranquillo tra grossi massi. L'acqua ha creato delle piccole piscine
naturali dall'acqua cristallina dove ci fermiamo per circa un'ora a
rinfrescare i piedi affaticati dal lungo percorso. Rimettiamo zaini e
scarponi e percorriamo l'ultima l'ultima salita che ci permette di
raggiungere la sponda della diga. Proseguiamo lungo il bacino fino a
quando alle 17 raggiungiamo il Curò. Ci sistemiamo in una semplice
cameretta, prepariamo il letto, e facciamo una meravigliosa doccia
calda, aspettiamo la cena fino alle 19.30 facendo quattro chiacchiere
con altri escursionisti. Siamo molto fortunati perchè per tutto il
giorno ci ha accompagnato un sole magnifico ma alle 18 il cielo si è
rannuvolato e un forte temporale si è scatenato sul rifugio dalle 19
fino a tarda notte. Meglio non trovarsi mai fuori in queste
condizioni...chissà dove si sarà rifugiato il pastore con le
pecore?!...la cena è ottima, come sempre al Curò. Ore 21.30 tutti a
letto.
Totale ore di cammino 1°
giorno: 7 ore circa.
Dislivello totale
Valbondione → Coca → Curò: 2600m
km percorsi: 8
24 luglio 2013.
ore 7 circa ci svegliamo
e rifacciamo gli zaini. Il sole splende di nuovo, la notte ha portato
con sé il temporale del giorno precedente. La colazione, anche se
non molto sostanziosa, ci ridà la carica per partire alla volta del
Rifugio del Barbellino. Poco prima delle 8 ci rimettiamo in cammino
con due signori che hanno percorso il nostro stesso itinerario.
Percorriamo il sentiero 308, ampio e semplice, senza strappi e con un
dolce dislivello. Il paesaggio è sempre meraviglioso, torrenti,
rocce, ammassi di neve, baite e greggi. Con calma in circa 2 ore
raggiungiamo il Rifugio del Barbellino, piccolo e grigio con le
imposte rosse, ma molto ben tenuto. Poco distante si trova l'omonimo
lago naturale, bellissimo e in parte ancora innevato. Numerosi sono
gli itinerari percorribili da questo rifugio, tra cui la cima del
Gleno, il Recastello, la valle del Trobio, i laghetti dei corni neri,
il passo di Caronella o le sorgenti del fiume Serio. Un piccolo
''iceberg'' galleggia al centro del lago e una lingua di ghiaccio si
nasconde sotto la morbida superficie della l'acqua creando un gioco
di colori bianchi e azzurri. Le dimensioni del lago sono modeste ma
la curiosità ci spinge a percorrere tutto il suo perimetro in
compagnia dei nostri due amici di Como incontrati al Curò.
Nonostante tutto impieghiamo circa un'ora per fare il giro completo.
Ci vuole un po' di attenzione nel tratto ancora innevato, una
scivolata vorrebbe dire un bagno diretto con tuffo nel lago
ghiacciato...meglio di no!
Sono ormai le 11 e il
cielo si sta rannuvolando, decidiamo quindi di fare ritorno al Curò
per pranzo percorrendo il sentiero dell'andata. Il cielo non promette
per niente bene quindi è il caso di avviarci verso valle lungo il
sentiero 305. Poco dopo le 13 inizia a piovigginare ma a valle si
nota una pioggia più fitta. Rain cover allo zaino, guiscio
impermeabile anti-vento e via a Valbondione. Scendiamo molto
velocemente i tornanti che abbiamo già percorso altre due volte e
senza fermarci in circa due ore arriviamo alla macchina, ha smesso di
piovere ma l'umido si sente e il sudore ci infreddolisce, alla
macchina ci cambiamo e ripartiamo comodamente seduti, direzione
Bergamo.
Km totali 2° giorno: 15
ore di cammino: 6
Dislivello totale Curò →
Barbellino → Curò → Valbondione : 1400m
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